1,6666 ecosistemi

«Gli esseri umani eccellono nella costruzione di nicchie ecologiche. Ci piace cambiare l’ambiente in modo che possa essere su misura per noi. Perciò togliamo dall’ambiente intorno a noi – la “natura” – quelle cose che possono avvelenarci, morderci o mangiarci.» «Neologismi come “olobionte” sono ormai entrati in letteratura, mostrando come ogni individuo biologico sia in realtà un ecosistema. La biologia dei sistemi dal canto suo avvalora sempre più la necessità di indagare la complessità di relazioni che connota i viventi.» «I batteri che abbiamo ricevuto da nostra madre entrano nel nostro corpo per formare il tessuto linfoide associato all’intestino, che ci permette di assorbire il cibo e di non reagirci contro. Ma come diffondere la voce che siamo una specie basata sulla cooperazione e che l’embriologia si occupa più di relazioni che di entità?» «La cultura – cioè il campo della socialità e dell’interpretazione dei significati – può essere terreno comune con altri esseri in un ecosistema. Le differenze tra specie, che siano uomini, pècari, tigri o il vaiolo, emergono non per via di essenze metafisiche, ma come racconto dei corpi fisici tramite i quali affrontano il mondo.»

Lynn Chiu, incontro alla lavagna a Festivaletteratura 2019; Telmo Pievani, prefazione a Eco-Devo. Ambiente e Biologia dello Sviluppo di Gilbert e Epel; Scott Gilbert, intervista per eXtemporanea; César Giraldo Herrera, Sweet Dreams Rocking Viking Boats: Biocultural Animic Perspectivism Through Nordic Seamanship.

fiume-t.png

L’anno scorso a Scienceground 1.5 abbiamo parlato di microbi, scoprendo che non sono creature aliene e autonome, ma che convivono con noi, condizionando e subendo le nostre pratiche e concezioni del mondo. Negli ultimi mesi uno di “loro” ha bussato prepotentemente alla nostra porta, e ci sta impegnando in una difficile trattativa su cosa è urgente e cosa è rimandabile, cosa è credibile e cosa è dubbio. Giusto e sbagliato.

Il microbo non è un prodotto della fantasia – almeno non solo di quella – ma ne serve tantissima – e non solo quella! – per capire come conviverci. Immaginandoceli, ci spingiamo a pensare alle loro molteplici interazioni con altri attori: umani, animali, vegetali, fluidi, gas, etc. Ecco allora che quest’anno Scienceground, giunto periodicamente all’edizione 1.6666…, è interamente dedicato agli ecosistemi.

Lo studio della relazione tra Homo Sapiens e “ambiente” ha spesso seguito curve in un piano cartesiano generato da assi ortogonali tra loro. Su quello delle ascisse l’essere umano modifica gli habitat per trarne risorse in base alle proprie necessità; su quello delle ordinate esso stesso è soggetto alle condizioni materiali in cui vive. Entrambe queste prospettive ci aiutano a porre dubbi sistematici: fin dove è sostenibile il nostro sfruttamento delle risorse? Quando si innescherà una transizione? Verso quali nuovi equilibri dinamici?

Ora però ci sembra necessario esplorare una terza dimensione, e non più chiederci se ci sarà una natura dopo l’essere umano, e neppure se ci sarà posto per l’essere umano nella nuova natura. Serve un terzo asse, quello dell’immaginazione, contrassegnato dalla domanda: come dobbiamo attrezzarci per coesistere ancora?

onda.png

Proprio l’acqua che circonda Mantova è la migliore palestra per esercitare l’immaginazione, istruita dalle migliori pratiche scientifiche. Fiumi e laghi sono ricchi di organismi viventi immersi (letteralmente) in una moltitudine di habitat e nicchie ecologiche differenti e mutevoli. Si tratta di ecosistemi complessi in continua evoluzione, in grado di adattarsi ai cambiamenti e basati su una capacità di autodepurazione. Ecco allora che le rive del fiume Mincio, dei suoi laghi e delle sue derivazioni, diventano il luogo perfetto per studiare il nostro ecosistema e per riallacciare migliori legami con il “rivale” dell’altra sponda. Non costruendo improbabili ponti, ma immergendoci nelle acque dello stesso fiume.

Partiremo in questa esplorazione armati dei migliori strumenti nella tradizione di Scienceground, e qualche strumento nuovo: a fianco dei laboratori e delle libere letture, sperimenteremo delle passegiate lungo la via fluminis, un programma radio, qualche evento in streaming, e le tante possibilità che la città e il web ci offrono per mantenere una vicinanza d’intenti, anche in tempi di distanziamento fisico.

A margine di questo programma “ufficiale”, tante saranno le attività lasciate all’improvvisazione: per tenersi aggiornati i migliori strumenti sono il passaparola, il sito https://scienceground.it/, il canale Telegram https://t.me/extemporanea, e la nostra newsletter. Per ulteriori informazioni potete avventurarvi a scrivere a [email protected].

mani.png

2020.festivaletteratura.it
rientra nel progetto Open Festival
di Fondazione Cariplo